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Presentazione

CHI SONO

   Scrivo di enogastronomia,ricerca, filosofia e antropologia del cibo. Sono conosciuta sui social con le mie pagine "Sapori e Parole...

Michelin vs Gambero Rosso

Michelin vs. Gambero Rosso: Una Guerra Stellata tra Stelle e Gamberi
Ah, il mondo della gastronomia italiana. Un campo di battaglia dove si scontrano giganti, dove le forchette sono spade e i commensali sono i guerrieri. E al centro di questa epica lotta? Due guide culinarie: la maestosa Michelin, con le sue stelle scintillanti, e il Gambero Rosso, con i suoi gamberi... rossi. Ora, io non voglio alimentare guerre, ma ammettiamolo: c'è una certa rivalità nell'aria. Una rivalità sottile, elegante, come un buon Cabernet Sauvignon invecchiato. Ma una rivalità, pur sempre.
La Michelin è la Rolls Royce delle guide culinarie. Elegante, sofisticata, un po' snob. Le sue stelle sono ambite come un invito a Buckingham Palace. Ottenere una stella Michelin è un'impresa titanica, un'ascesa verso l'Olimpo gastronomico. I ristoranti stellati Michelin sono spesso templi del lusso, con prezzi che potrebbero far piangere un milionario. Ma la qualità? Di solito, è impeccabile. È come mangiare in un museo d'arte... un museo che puoi mangiare. Il Gambero Rosso, invece, è la Fiat 500 delle guide. Più accessibile, più democratico, più... italiano. Non che la qualità manchi, sia chiaro. Ma c'è una certa familiarità, una sensazione di essere a casa, tra amici. È come mangiare dalla nonna. Non aspettatevi prezzi da capogiro, ma preparatevi a godere di sapori autentici e tradizionali.
Perché preferisco Michelin? Ecco, ammettiamolo: sono un po' snob. Mi piace il lusso, mi piace il teatro del cibo, mi piace l'esperienza completa. Michelin offre tutto questo, in una confezione elegante e raffinata. Ma attenzione: non è una questione di superiorità. È semplicemente una questione di gusti. Come il vino, la musica, l'arte ... è tutto soggettivo.
Sia Michelin che Gambero Rosso sono ottime guide culinarie. Offrono prospettive diverse, esperienze diverse, e prezzi diversi. La scelta dipende da voi, dai vostri gusti, dal vostro portafoglio. Ma se cercate un'esperienza indimenticabile, un'avventura per i sensi solo l'aristocratica Michelin è la scelta giusta.
✍🏻 Dony Carugati Termini

Obsolescenza programmata


Viviamo in un mondo di elettrodomestici che si rompono puntualmente dopo la scadenza della garanzia. Un mondo dove la tecnologia, progettata per durare, è spesso destinata a un destino di obsolescenza programmata. Ma cosa succede se applichiamo questa stessa logica a noi stessi, esseri umani? Siamo forse anche noi vittime di un'obsolescenza programmata, una sorta di piano segreto cosmico per sostituirci con modelli più recenti e migliorati?La risposta, ovviamente, è un fragoroso forse.Consideriamo i fatti: la nostra capacità di apprendimento diminuisce con l'età, i nostri organi si usurano, la pelle si raggrinzisce. Sembra quasi una pianificazione accurata,... Come un telefono cellulare che, dopo qualche anno, inizia a rallentare in modo sospetto, fino a diventare un fermacarte digitale.Ma a differenza degli elettrodomestici, noi umani abbiamo un'arma segreta: l'ironia. Possiamo ridere del nostro declino, della nostra inevitabile obsolescenza. Possiamo apprezzare i difetti, le rughe, i capelli bianchi come segni distintivi di una vita vissuta, di battaglie combattute (e spesso perse) contro il tempo.E poi c'è la questione della riparazione. Un frullatore rotto finisce nella spazzatura. Un umano... beh, un umano si può riparare. Con un po' di buona volontà, una dieta sana, un po' di esercizio fisico (e forse una buona dose di terapia), possiamo rallentare il processo di deterioramento. Possiamo aggiornare il nostro software interno, imparare cose nuove, coltivare nuove passioni.
In definitiva, l'obsolescenza programmata, applicata agli umani, è un concetto affascinante, ma anche profondamente ironico. Perché mentre i nostri corpi invecchiano e si deteriorano, la nostra capacità di adattarci, di evolvere, di trovare il lato comico nella nostra stessa caducità, rimane intatta. Siamo un modello imperfetto, sì, ma un modello in continua evoluzione, in grado di trovare nuove funzionalità e di ripararsi. Quindi, la prossima volta che mi sentirò vecchia, lenta o un po' rotta , ricorderò : anche i modelli più aggiornati hanno i loro difetti. E soprattutto, ricorderò di ridere. Perché l'ironia è la migliore delle riparazioni.
✍🏻 Dony Carugati Termini 

Il rinascimento in cucina

IL RINASCIMENTO IN CUCINA 
Stiamo assistendo a un vero e proprio rinascimento del cibo, un profondo cambiamento nel modo in cui produciamo, consumiamo e pensiamo al cibo. Non si tratta solo di una moda passeggera, ma di un'evoluzione consapevole che coinvolge produttori, chef, consumatori e l'intera società. Questo "Rinascimento" si basa su pilastri fondamentali: la riscoperta del legame con la terra, la valorizzazione degli ingredienti locali e di stagione, la sostenibilità ambientale e la riscoperta del gusto autentico. 
Al centro di questo rinascimento c'è un rinnovato interesse per le origini del cibo. Si sta riscoprendo il valore del lavoro contadino, della coltivazione tradizionale e del rispetto per i cicli naturali. La filiera corta, che collega direttamente produttore e consumatore, sta diventando sempre più importante, garantendo trasparenza e qualità. I mercati contadini, gli agricoltori biologici e le fattorie didattiche sono esempi concreti di questa tendenza, offrendo al consumatore la possibilità di conoscere l'origine del cibo e di entrare in contatto diretto con chi lo produce.
Il "chilometro zero" non è solo una moda, ma una scelta responsabile che porta benefici all'ambiente e alla salute. Consumare prodotti locali e di stagione significa ridurre l'impatto ambientale legato al trasporto e alla conservazione, supportando l'economia locale e godendo di sapori autentici e intensi. Ogni stagione offre ingredienti unici, e imparare a cucinare con ciò che la natura ci offre è un'esperienza appagante e creativa. Questo approccio si riflette anche nella crescente popolarità della cucina stagionale, che propone menu che variano in base alla disponibilità degli ingredienti.
La sostenibilità è un elemento imprescindibile del Rinascimento del Cibo. Si tratta di un approccio olistico che considera l'impatto ambientale di ogni fase della filiera alimentare, dalla produzione alla distribuzione al consumo. Le pratiche agricole sostenibili, come l'agricoltura biologica e biodinamica, mirano a ridurre l'uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, a proteggere la biodiversità e a conservare le risorse naturali. Anche la riduzione degli sprechi alimentari è un aspetto fondamentale, con iniziative che promuovono il recupero e la valorizzazione degli scarti.
Il Rinascimento del Cibo si contrappone alla standardizzazione del gusto e alla massificazione del cibo industriale. Si sta riscoprendo il piacere di gustare sapori autentici, intensi e genuini, liberi da additivi e conservanti artificiali. Questo significa anche riscoprire le ricette tradizionali, le tecniche di conservazione artigianali e il valore del "fatto in casa". La cucina slow food, con il suo focus sulla qualità degli ingredienti e sulla lentezza dei processi, è un esempio concreto di questo approccio.
Il Rinascimento del Cibo non significa necessariamente un ritorno al passato, ma anche un'innovazione responsabile che si integra con la tradizione. Si stanno sviluppando nuove tecnologie e pratiche agricole che permettono di migliorare l'efficienza e la sostenibilità della produzione alimentare, senza compromettere la qualità del cibo. L'utilizzo di energie rinnovabili, l'automazione intelligente e la tracciabilità digitale sono solo alcuni esempi di come la tecnologia può contribuire a un sistema alimentare più sostenibile.
Il consumatore ha un ruolo fondamentale in questo Rinascimento. È importante essere informati, consapevoli delle proprie scelte e responsabili nell'acquisto e nel consumo del cibo. Scegliere prodotti locali, di stagione e sostenibili, ridurre gli sprechi e privilegiare la qualità alla quantità sono azioni concrete che contribuiscono a questo cambiamento. La crescente attenzione per l'etichetta e la trasparenza delle informazioni sui prodotti dimostra una maggiore consapevolezza da parte dei consumatori.
Il Rinascimento del Cibo ha anche un impatto sociale positivo. Supporta le economie locali, crea nuovi posti di lavoro nel settore agricolo e agroalimentare, e promuove la cultura alimentare tradizionale. La riscoperta delle ricette tradizionali e la valorizzazione del patrimonio gastronomico locale contribuiscono a rafforzare l'identità culturale e il senso di appartenenza alle comunità.
Si tratta di un fenomeno complesso e multiforme, che coinvolge diversi aspetti della nostra società. È un movimento che promuove un approccio più consapevole e responsabile al cibo, con l'obiettivo di creare un sistema alimentare più sostenibile, equo e gustoso. È un ritorno alle origini, ma anche un'evoluzione verso un futuro migliore.
✍🏻 Dony Carugati Termini

Non luoghi e luoghi interiori



Non-luoghi e Luoghi Interiori: Lo Chef e la Cucina

La cucina, per uno chef, è molto più di un semplice luogo di lavoro. È un palcoscenico, un laboratorio, un rifugio, un'arena. È un ambiente che oscilla costantemente tra la fredda impersonalità del non-luogo e l'intimità profonda del luogo interiore, una tensione che definisce l'esperienza dello chef stesso.

In un ristorante frenetico, la cucina può trasformarsi in un non-luogo, secondo la definizione di Marc Augé. È uno spazio di transito, dove i movimenti sono rapidi e precisi, le azioni ripetitive e standardizzate. L'ambiente è spesso asettico, dominato dall'acciaio e dal rumore. Il tempo è scandito dal ritmo serrato del servizio, e la relazione tra gli chef è spesso funzionale, orientata all'efficienza più che all'empatia. È un ambiente impersonale, dove l'individualità si dissolve nell'efficacia collettiva, un luogo di prestazioni più che di espressione personale. Il cibo, pur essendo il risultato di una creazione umana, viene spesso trattato come un prodotto, un bene di consumo che segue un flusso standardizzato di produzione e distribuzione.
Ma al di là della frenesia del servizio, la cucina può diventare un luogo interiore profondo per lo chef. È qui che si esprimono la creatività, la passione, l'innovazione. È uno spazio di sperimentazione, dove le idee prendono forma, gli ingredienti si trasformano in opere d'arte commestibili. È un luogo di introspezione, dove lo chef si confronta con se stesso, con i propri limiti e con le proprie aspirazioni. In questo spazio intimo, la relazione con il cibo trascende la semplice preparazione: diventa un atto di amore, di cura, di espressione artistica. Ogni piatto è un racconto, una storia che lo chef condivide con i suoi commensali. Il profumo degli ingredienti, il calore del fuoco, il rumore delle padelle sono elementi che contribuiscono a creare un'atmosfera carica di emozioni e significati.
La vita di uno chef è un continuo gioco di equilibri tra questi due poli opposti: la fredda impersonalità del non-luogo e l'intimità profonda del luogo interiore. La capacità di navigare tra questi due mondi, di gestire la pressione del servizio senza perdere di vista la propria passione e la propria creatività, è ciò che distingue un grande chef da un semplice cuoco. È la capacità di trasformare un ambiente anonimo in uno spazio di espressione personale, di creare un'esperienza culinaria che va oltre il semplice soddisfacimento di un bisogno fisiologico.
In un mondo sempre più omologato, la ricerca dell'autenticità diventa fondamentale per lo chef. È la ricerca di un'identità culinaria che sia al tempo stesso personale e condivisibile, che riesca a comunicare emozioni e significati profondi attraverso i piatti. È la capacità di trasformare la cucina, da un semplice non-luogo, in un luogo di incontro tra culture, tradizioni e personalità, un luogo dove il cibo diventa un mezzo di comunicazione, di condivisione e di scoperta.
La cucina per uno chef è un luogo complesso e multiforme, un'esperienza umana che trascende la semplice preparazione del cibo. È un'esplorazione continua tra l'anonimato del non-luogo e l'intimità del luogo interiore, una ricerca costante di autenticità e di espressione personale.
✍🏻 Dony Carugati Termini

 

Lo scrittore enogastronomico

Lo scrittore enogastronomico non è semplicemente un buongustaio con una penna. È un investigatore del gusto, un antropologo del cibo, un poeta del sapore. Il suo lavoro è un mix di ricerca, scrittura, fotografia e… tanto, tanto assaggio! Si parte dalla ricerca di informazioni, interviste a chef stellati, contadini appassionati e produttori di vino con storie da raccontare. Poi si passa alla parte più divertente (e impegnativa): le degustazioni! Degustare significa analizzare e poi scrivere tutto questo in modo chiaro, coinvolgente e accattivante.
Oltre il piatto:
Ma il lavoro di uno scrittore enogastronomico va oltre il semplice racconto del cibo. Si tratta di raccontare storie, di evocare emozioni, di creare un'esperienza sensoriale attraverso le parole. È un lavoro di precisione e creatività, che richiede una profonda conoscenza del settore e una grande capacità di scrittura. Bisogna saper descrivere un piatto in modo che il lettore possa quasi sentirne il sapore, immaginarne il profumo, e quasi sentirsi seduto a tavola a gustarlo.
E quando la magia è avvenuta,puoi dire: ecco, ho fatto bene il mio lavoro. ♥️


Il nuovo numero di "Cook" è in edicola!!!

La Curiosità che Sazia: "Cook" si Rinnova e Stupisce

Da settimane, un'aura di mistero aleggia nel mondo del food writing, alimentata dalle sapienti anticipazioni di Angela Frenda @angelafrenda , guru indiscussa del giornalismo gastronomico. La causa? Il nuovo numero di "Cook" @cook.corriere

Ma perché tanto fermento? Beh, la curiosità è il motore della vita, e chi scrive di enogastronomia, come chi si dedica alla medicina, sa bene quanto sia fondamentale. Dopo un passato tra bisturi e microscopi, ora mi immergo con gioia nel mondo del gusto, tra libri su Mrs. Beeton e progetti ambiziosi sull'ospitalità.

E "Cook"? Ero già un'appassionata lettrice, convinta che fosse perfetto così. Ma oggi, la mia curiosità è stata finalmente appagata. Il nuovo "Cook" è indescrivibile: un viaggio gastronomico da divorare, dalla prima all'ultima pagina.

Angela Frenda ci introduce al "Yellow Bittern", non solo un uccello dal canto affascinante, ma anche un ristorante londinese da non perdere. Azzurra Rinaldi, Massimo Bottura e Michele Fino ci invitano a riflettere su donne, denaro, cucina e territorio e gastronazionalismo

E poi, inchieste che aprono nuovi orizzonti: le nuove piramidi alimentari, il dress-code che resiste, ricette da scoprire e la rinascita dei "12 Apostoli" firmata Perbellini.

Cosa c'è oltre la perfezione? "Cook"! Un numero che conferma la sua posizione di eccellenza nel panorama editoriale.

news

La cucina Swicy: Un'esperienza culinaria audace e raffinata
La cucina Swicy, un neologismo che fonde "spicy" (piccante) e "swanky" (elegante), rappresenta un nuovo approccio gastronomico che combina sapori intensi e piccanti con tecniche di cucina raffinate e presentazioni sofisticate. Non si tratta semplicemente di aggiungere peperoncini a un piatto, ma di integrare il piccante in modo armonico e bilanciato, creando un'esperienza culinaria complessa e memorabile.

Caratteristiche principali della cucina Swicy:
Equilibrio di sapori: Il piccante è un elemento chiave, ma non domina. È bilanciato da altri sapori come l'acidità, l'umami, il dolce e il salato, creando una sinfonia di sensazioni in bocca. L'obiettivo non è solo la sensazione di bruciore, ma un'esperienza gustativa multisfaccettata.
Ingredienti di alta qualità: La cucina Swicy privilegia ingredienti freschi, stagionali e di alta qualità. La scelta degli ingredienti contribuisce a esaltare i sapori e a creare piatti visivamente accattivanti.
Tecniche di cottura raffinate: Le tecniche di cottura sono spesso innovative e ricercate, al fine di preservare i sapori e le texture degli ingredienti. Si utilizzano tecniche come la marinatura, la cottura a bassa temperatura, la grigliatura e la frittura leggera.
Presentazione impeccabile: La presentazione dei piatti è curata nei minimi dettagli, creando un'esperienza estetica che arricchisce ulteriormente quella gustativa. La cura nella presentazione riflette la raffinatezza e l'attenzione al dettaglio che caratterizzano la cucina Swicy.
Varietà di peperoncini: Viene utilizzato un'ampia gamma di peperoncini, ognuno con le sue caratteristiche di piccantezza, aroma e sapore. La scelta del peperoncino varia in base al piatto e al livello di piccantezza desiderato.
Esempi di piatti Swicy:
La cucina Swicy offre una vasta gamma di piatti, che spaziano dagli antipasti ai dessert. Alcuni esempi potrebbero includere:

Antipasto: Gamberi grigliati con salsa piccante a base di mango e habanero, serviti su un letto di insalata di mango e coriandolo.
Primo piatto: Tagliatelle al nero di seppia con gamberi, peperoncino fresco e lime, condite con un filo d'olio extravergine di oliva.
Secondo piatto: Filetto di manzo alla griglia con salsa piccante a base di chipotle e cioccolato fondente, accompagnato da patate arrosto.
Contorno: Cavolfiore arrosto con peperoncino, cumino e coriandolo.
Dessert: Cioccolato fondente con peperoncino e sale marino.
✍🏻 Dony Carugati Termini