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CHI SONO

   Scrivo di enogastronomia,ricerca, filosofia e antropologia del cibo. Sono conosciuta sui social con le mie pagine "Sapori e Parole...

CHI SONO




 
 Scrivo di enogastronomia,ricerca, filosofia e antropologia del cibo.
Sono conosciuta sui social con le mie pagine "Sapori e Parole". 
Ho avuto un' infanzia molto felice o molto infelice, dipende dai punti di vista. Per me è stata molto felice e piena di magia. I miei genitori erano sempre in viaggio e si guardavano bene dal portarmi con loro. "Ti annoieresti" soleva ripetermi mia madre col suo solito sorriso appena abbozzato. I sorrisi, per i miei genitori, erano l'unica manifestazione di affetto nei miei confronti. Non c'erano baci o carezze, ma solo rari sorrisi. Io ero felice ogni volta che partivano, perché sapevo che sarei rimasta in compagnia dei nonni, di nonno Roberto soprattutto. Il nonno è stato un grandissimo chef e aveva un ristorante, che tuttora esiste ed rimasto uno dei migliori ristoranti al mondo, a Parigi. Sono cresciuta nella sua cucina e credo che questo abbia profondamente segnato la mia vita e il mio rapporto col cibo, fatto di amore e grande rispetto. E viaggiavamo. Tantissimo. Per lui erano viaggi di lavoro, per me era vivere un sogno. Dal Canada all' America del Sud, dal Nord Europa ai Paesi Arabi. Io guardavo e imparavo: una scuola irripetibile per la quale sarò sempre grata al mio adorato nonno. Ma non fu solo teoria. In piedi a una sedia, per arrivare al tavolo, nonno cominciò a farmi mettere in pratica quello che avevo imparato. Fu un maestro molto severo, come tutti i grandi maestri devono essere, ma bravissimo.Non ho mai avuto dubbi su ciò che avrei fatto da grande. No, non lo chef. In me ardeva il fuoco sacro di Ippocrate. Credo che il desiderio di diventare chirurgo abbia sempre fatto parte di me. Fu ciò che feci e lo feci fino ad arrivare all'apice del successo. La chirurgia sarebbe ancora oggi la mia vita se un incidente non mi avesse reso non più idonea alla sala operatoria. Niente di visibile ed eclatante, ma se a un chirurgo togliete il 100% di sensibilità tattile ad una mano, non c'è altro da fare che mettere il bisturi in un cassetto e buttare la chiave. E' cio che feci. Non volli "ripiegare" su altre possibilità in quel campo: non sono una persona che accetta compromessi e se non posso fare ciò che devo fare al massimo, lascio perdere. Così,piano piano, cominciò a farsi largo ciò che avevo messo da parte nel nome di Ippocrate: la cucina. Aumentai la frequenza con cui seguivo corsi di cucina, che andarono ad ampliare il mio bagaglio base appreso da nonno e dai suoi amici chef. Ho librerie piene di quaderni di appunti. Il pezzo di carta che mi consacra chef ed esperto di gastronomia non ce l'ho, ma ho la consapevolezza di quello che so , che però non basta mai e per questo continuo ad imparare mantenendomi aggiornata seguendo corsi e studiando. 

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